mercoledì 2 ottobre 2013

I won't last another day


Sto seriamente ripensando alla mia vita in termini di prima e dopo aver incontrato Brian Molko.

Dovrei lavorare, ma il mio cervello non ne vuole sapere.

Dovrei volere più bene alla mia vita, keep a light on those you love diceva anni fa Tom Smith e aveva ragione, ma ci sono quei giorni in cui proprio no e basta.

Dovrei fare un sacco di cose che non sono in grado di fare.

Che poi, capiamoci, sono felice, felice e strafelice. Ma sono anche disperata. Non fa una piega, no?

Voglio parlare di questa cosa ma ci sto girando intorno perché comunque la metta viene fuori un quintale e mezzo di banalità, cliché e sinonimi vari.

Ringraziamo il buon cuore di Virgin che mentre scrivo mi ha messo su Panic Station d'emergenza per tirarmi via un sorriso in base al sano principio dei riflessi condizionati.

Domenica 29 settembre i Placebo sono andati a Quelli che il Calcio.

Domenica 29 settembre io sono andata a Milano a bazzicare in cerchi concentrici sempre più ristretti intorno agli studi Rai.

Domenica 29 settembre doveva piovere ma non ha piovuto. Doveva fare freddo ma si stava bene. Il cielo era coperto, i tram bloccati per il passaggio di una maratona e io avevo al polso un orologio che avanzava di mezz'ora ogni due ore col risultato che pensavo di aver perso un treno che invece doveva ancora arrivare.

Arrivano due Mercedes V6 con i vetri oscurati. Arrivano come arrivano tutti i mezzi a quattro ruote di questo mondo. Gomme su asfalto. Metallo. Oggetti fisici in una realtà fisica. Mezzi meccanici che portano persone. Solo persone, come tutte le altre su questo pianeta, né più né meno.

Una di queste persone scende ed è alta poco meno di due metri.

Gli dei benedicano l'altezza di Stef - e la sua visibilità.

Sono loro?

Sono loro.

Credo che fossero le 11.30 di mattina - gli orari sono a discrezione del mio orologio - e lì intorno eravamo tipo in quattro o poco più.

Vedo Brian per la prima volta dal vivo.

Momento di pausa per realizzare questa cosa.

Vedo Brian per la prima volta dal vivo. Dopo diciassette anni.

Credo che stia per entrare ma due ragazze lo chiamano e lui si ferma.

Mi avvicino. Sono di fianco a lui. A pochi centimetri da lui. E' poco più alto di me. E ha tre chili di fondotinta in faccia. Occhiali da sole - che non toglierà neanche un minuto - total black, giacca smocking - anche se i risvolti di raso li ho notati solo al quarto passaggio - una piccola tracolla rettangolare, stivaletti.

Sono di fianco a lui che sta aspettando una penna dalle altre ragazze per poter firmare i cd che gli porgono. La ragazza di fronte sta sprofondando nella sua borsa in cerca della penna. Brian si gira verso di me, vede il pennarello che ho in mano e me lo prende. Firma i cd alle due ragazze. Non so cosa abbiano detto ma lui dice solo please don't beg. Poi si gira e mi firma la mia copia di LLL. Intanto è arrivata la socia - can you sign...? yes, with pleasure

Eccheccazzo Brian, però anche tu, scegliere un altra parola?!

Fughiamo ogni dubbio, avere il Molko che ti scandisce - ché lui non parla, scandisce -  pleasure a dieci centimetri crea problemi, non ci sono cazzi.

Che poi la sua faccia fosse più da scazzo che da pleasure è un altro discorso ma vabbè.

E ovviamente è anche la prima volta che sento la sua voce dal vivo. E non c'è neanche il filtro di un microfono.

La voce che ha accompagnato alcune delle fasi più importanti della mia vita.

Sta arrivando il quintale di banalità, io vi ho avvisato.

Sono a pochi centimetri dalla persona che quando avevo sedici anni cantava Nancy Boy e mi diceva esattamente quello che avevo bisogno di sentimi dire e cioè che non stavo facendo niente di male. Che non ero per forza sbagliata.

Non c'è altro modo di metterla. Poi a sedici anni hai una percezione distorta e amplificata di un sacco di cose, se non proprio di tutto, ma non è importante. L'importante è che in quel momento sapevo che da qualche altra parte in giro per l'Europa c'era un ragazzino vestito da donna che se ne fotteva del fatto che a qualcuno potesse non stare bene quello che lui era.

Niente che non sia successo a miliardi di altri adolescenti. Niente di nuovo. Forse niente di speciale, visto da fuori. Ma la realtà è che ci sono cose che ti salvano la vita, e a volte sono le parole degli altri, qualunque sia il mezzo con cui ti arrivano.

Penso spesso che in certi momenti non ce l'avrei fatta senza i miei libri e la mia musica. E tutto sommato non penso che sia una brutta cosa.

Stef e Steve erano già entrati ma escono di nuovo. Firme, saluti.

Prima della fine del programma, in totale sono passati quattro volte perché sono anche usciti per andare a pranzo (si nutrono! sono effettivamente umani! - inserire LOL a piacere), e tutte le volte si sono fermati. Io pensavo di esser stata troppo ottimista a portarmi dietro tre cd ma son riuscita ad avere tutto firmato e senza alcuno sforzo, compresa la mia copia cd+dvd di Meds, anche se mi manca la firma di Stef. E il tutto senza particolari affanni perché si era in pochi e tutti discretamente tranquilli.

In totale eravamo una decina di persone ed è stato uno di quei momenti in cui ho avuto improvvisi slanci d'affetto per il fandom perché nessuno ha fatto cose stupide, nessuno è stato importuno. Brian non voleva foto e bene o male nessuno ha insistito più di tanto. Solo Fiona e Steve hanno fatto qualche scatto con i fan.

E qui devo aprire una parentesi su Steve Forrest prima di perdermi del tutto negli sproloqui sugli effetti della prossimità di Brian.

Steve Forrest mi è sempre stato simpatico, questo va detto. Ovviamente piansi le giuste lacrime del fan quando Hewitt se ne andò e per molte cose continuo ad averne nostalgia, ma non ho mai nutrito del rancore verso Forrest per averne preso il posto. Tutt'al più ho nutrito dubbi sul futuro della band. Steve F. mi ha sempre fatto anche molta tenerezza perché finire di colpo in mezzo ad una dinamica relazionale come quella Brian-Stef non dev'essere una cosa facile. E' un terreno nel quale non oserei mai avventurarmi.

Ciononostante non ho mai neanche avuto particolari entusiasmi. Fino all'altro giorno. Giuro, fa scassare dal ridere avere a che fare con lui. E' una bestia da fan. Chiacchiera, ride, scherza, viene fuori e ti chiede come va; tanto gli altri due mettono soggezione quanto con Steve risulta facile interagire perché ti ci senti subito a tuo agio. E' veramente un grande. A un certo punto si è perso dietro una chiwawa dal collare rosa. E mi ha morsicato e sbavato il tappo del pennarello.

*annuisce convinta che queste affermazioni siano di per sé grandemente esplicative*

Fine della parentesi Forrest.

Altra meravigliosa creatura è Fiona, che da vicino è bella quanto in video. Non sono le luci, non sono le telecamere, non è il trucco. E' bella. Fine. Ed è dolcissima.

Stef. Ecco, Stef è ufficialmente la persona più alta di fianco a cui io mi sia mai trovata. Lo guardavo intanto che mi stava firmando Battle e seriamente temevo per la mia cervicale.

Poi, mi dispiace un po' che in realtà Stef l'ho considerato pochissimo ma, davvero, quando c'è il Molko in circolazione non si può considerare nient'altro. E non è un problema solo mio. E' un catalizzatore naturale di attenzione. Esige di essere guardato. E' una cazzo di diva fin nel midollo.

Poi vabbé, io probabilmente ero un buffo spettacolo perché la situazione era più o meno:

- pre-uscita

dobbiamo puntare Stef, dobbiamo chiedere la foto a Steve, dobb...

- entrata di Brian nel mio campo visivo

- totale azzeramento di qualsiasi altra funzione vitale

- unico istitno rimasto: gravitare intorno a Brian.

Che poi non è che facessi chissà che, firme a parte. Solo dovevo fissarlo e seguirlo.

E poi cazzo, Brian ti guarda in faccia quando ti fa gli autografi. Tutte le cazzo di volte c'è stato un momento in cui dopo aver preso il pennarello ha alzato lo sguardo per vedere a chi stava firmando. Ok, non è niente di strano, non sarà né il primo né l'unico che guarda anche le persone e non solo le cose da firmare come fanno molti, però cazzo, Brian che mi guarda in faccia a venti centimetri di distanza è una di quelle cose a cui non ero preparata.

*mette in conto duemila euro da investire in psicoterapia a breve*

E se adesso Virgin non mi metteva TMF era pure meglio.

E niente, la fase immediatamente successiva è stata quella dello sguardo ebete e del continuo ripetere alla socia ma era lìììììììì.

Ora sono in fase non-mi-interesserà-mai-più-niente-in-vita-mia, nulla-ha-più-senso, e così via.

Stamattina ho avuto la brillante idea di metter su Bosco per trovarmi accasciata e priva di qualsiasi motivazione per muovermi.

Più o meno da ieri sera sono in fissa con A Million Little Pieces e la cosa non necessita di commenti.

Negli intervalli, Exit Wounds come se non ci fosse un domani.

Confido che il mio organismo prima o poi metabolizzerà il tutto e tornerò a sembrare una persona normale, almeno ad un primo sguardo superficiale, ma per adesso oscillo tra esaltazione, rincoglionimento e prostrazione.

Poi.

L'intervento a Quelli che il Calcio


 

 
Facciamo finta di non avere né visto né sentito l'ennesima domanda sulla questione Sanremo.

Facciamo aaaaaawww tutti insieme su I'm gonna break your heart.

Mi auguro che Savino abbia almeno avuto il buon gusto di diventare gay dopo una cosa del genere.

Facciamo aaaaaawww tutti insieme per le facce di Fiona.


 
E ancora.

Lunedì 30 le tre erano a radio Deejay da Nikki a Tropical Pizza.
 

 
Niente di nuovo ma comunque è venuta fuori una cosetta simpatica - non riesco a trovare un link completo.

Sapere che Stef si è comprato una 500 e la domanda sulla patente di Brian valgono tutta l'intervista.

Per la cronaca, nonostante gli scrupolosi passaggi nei dintorni, lunedì non ha portato incontri perché sono entrati e usciti in macchina.

Scena bonus dopo i titoli di coda

Ultimo piano del parcheggio - tetto dell'edificio di radio Deejay

Tizio qualsiasi uscito dalla radio - ma chi c'è dentro (alla radio ndr)

Autista di una delle due auto dei Placebo - i Placebo, perché?

Tizio - perché ci sono due tizie sulle scale

Autista - *una delle risate più sentite dell'ultimo decennio*

Cambio inquadratura

Due tizie che scendono precipitosamente le scale del parcheggio cercando di non rotolare dalle risate a loro volta.

Fine della scena bonus

Riprendono i titoli di coda

No, davvero, devo finire questo post. Non riesco a mollarlo perché ho paura di quando i ricordi non saranno più così vividi. Di quando cominceranno ad assumere quella sfumatura vaga delle cose che non sai se hai sognato o vissuto davvero. Di quando la mente comincerà a tappare i buchi con immagini false e più sfocate.

Tengo strette le sensazioni. Le imprigiono nelle parole per non farle scappare.

E questo è sicuramente uno dei post più sinceramente emotionally e forse anche più immature che sia comparso qui sopra.

But now I fear I've lost my spark
No more glowing in the dark for
My heart.




 
 

12 commenti:

  1. "ci sono cose che ti salvano la vita, e a volte sono le parole degli altri, qualunque sia il mezzo con cui ti arrivano."

    Uno dei motivi per i quali amo tanto la musica e i libri. Uno dei motivi che mi spingevano da bimbetta, a 14 anni, a registrare i pezzi rock dalla radio alla cassettina. Poi - per mezzo di un devastante "stop and play" - trascrivevo i testi e li traducevo con il dizionario.
    E ci son passati anche i muse, agli albori.

    Bello questo post. Intenso e vero. E da fan (seppur non dei Placebo) posso capirti. Quando vidi Dave Grohl a due centimetri da me... ecco. Io in quei casi mi spengo. Non riesco neanche a sostener lo sguardo

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    1. Grazie! :*

      Le cassette e i testi trascritti. Quanto tempo ci ho dedicato anch'io! Probabilmente da qualche parte a casa dei miei sono ancora nascosti tutti quei quaderni.

      Io, bè, sul momento credo di essere riuscita appena a balbettare qualche thank you qua e là :)

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    2. Ma te lo giuro ti ho invidiato tanto quando parlavi di Brian che guardava in faccia e te eri comunque lì a guardarlo. Io avevo le palpitazioni quando Dave mi sorrideva al concerto. Che grandissima cogliona! Son tornata bambina, a quando mi "mettevo insieme" a qualcuno e da quel momento la mia estrema timidezza (ormai sepolta) mi portava a smettere di guardare e parlare con quella persona.

      Invece con la gente di cui mi importa poco ci converso amabilmente. Prendi gli L.A. Guns. Ho fatto conversazione con la band e fatto da traduttrice per una mia amica che voleva limonare col cantante, mentre io parlavo di bassi col bassista +_+
      Bei momenti

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    3. Per amore di onestà va anche detto che rimanevo lì a guardarlo perché ero tipo in un intelligentissimo stato catatonico.
      Se fossi una persona lucida e pronta avrei potuto dire qualcosa di intelligente invece di fissarlo come un'ebete - che magari ero pure un po' inquietante - ma, seriamente, che cosa si può dire di intelligente in una situazione del genere? C'è qualcosa che non suoni banale/scontato/già detto da migliaia di altre persone?
      Ad un certo punto ho pensato che il meglio a cui potessi aspirare fosse di NON farmi figure di merda, che, conoscendomi, è già un buon risultato XD

      Sì, è vero, con la gente per cui non si è tanto presi si parla molto meglio. Almeno, anche io funziono così.
      Ma che figata con gli L.A Guns! Dov'eri? Quando? :)

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    4. Concerto degli L.A. Guns parliamo di luglio 2011 a Pisa. Serata memorabile. Ho amici che fanno i fonici al Borderline, e quando c'è un evento passo sempre dall'altro lato della barricata :) peccato che se c'è un musicista che mi piace poi faccio la figura della fontanella nella piazza. Anzi nemmeno... ché almeno la fontanella ha una sua utilità :D

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. gustoso resoconto, volevo venire anch'io a piazzarmi lì davanti poi ho pensato "nuoo ci sarà troppa gente (e più che altro c'ho un'età)" invece...in effetti avere il Molko che ti guarda negli occhi e poi sentirlo pronunciare la parola "pleasure" beh...che dire...understand, you won't last another day

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    1. Guarda, se ti consola l'età ce l'ho pure io ma non è mica importante, anzi! Non perdere la capacità di emozionarsi, coinvolgersi ed esaltarsi è una gran bella cosa - anche se poi ti riduci a una cosa emotivamente instabile come sono io al momento XD

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  4. Che resoconto fantastico.
    "E' un catalizzatore naturale di attenzione. Esige di essere guardato."
    A dirla tutta, io non ho beccato neanche un solo oggetto della LLL tv, per quanto ero ipnotizzata da ogni singolo movimento di Brian. A un certo punto mi sono persa e basta. Sono contenta che tu ce l'abbia fatta; spero di avere anch'io la mia occasione, lo sguardo da diva un attimo addosso.
    Sei stata emozionante e precisa al tempo stesso, tra un po' piangevo :')

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    1. Grazie! :D
      Aaaha, gli oggetti della LLL tv! Io credevo di averne beccato uno ma poi non c'entrava niente.
      No, davvero, è innaturale guardare qualcos'altro quando c'è Brian in vista.

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  5. "Mi auguro che Savino abbia almeno avuto il buon gusto di diventare gay dopo una cosa del genere."
    Ma AHAHAHAHAHAHAHAH credo lo pensiamo un po' tutti XD battuta spettacolare a parte: davvero un'ottimo resoconto/sfogo/recensione della giornata. Io non c'ero, e mi sarebbe piaciuto esserci ): però leggendo questa cosa (che mio Dio, trasuda emozioni, le senti proprio) mi è sembrato quasi di stare lì, in un angolino, ad osservare il tutto. Grazie e..brava, te lo sei meritato in pieno <3

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    1. Ma grazie mille, davvero :D
      Guarda, in realtà è stata tutta una sorpresa anche per me. Pensavo che al massimo li avrei visti passare da lontano e basta. Non mi sarei mai aspettata tutto questo. E' stata davvero una grande esperienza. E dire che Quelli che il Calcio manco mi piace XD

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