E non solo una donna, s'intende, ma la citazione era
quella e non potevo modificarla.
L'atto di struccarsi ha in sé qualcosa di intrinsecamente
decadente.
Ha un sapore di sconfitta.
E' la Marchesa du Merteuil delle Relazioni pericolose che si passa il fazzoletto sulle labbra
trascinando una scia di rossetto sulla guancia in una grottesca imitazione di
sorriso.
E' la lacrima che traccia la sua strada nel fondotinta.
E' la verità in fondo alla leggenda.
E' la carne sotto il personaggio.
E' uno sguardo cattivo, alla fine di una giornata cattiva.
E' la lucidità impietosa di un albero di natale spoglio.
Scendo da tacchi troppo alti e ripiombo nell'atmosfera
irrespirabile di un pianeta ostile.
Tiro via una macchia di grigio e verde scuro.
Strisce di mascara viola.
Per un momento l'occhio non si vede. E' affogato in un alone
di nebbia nerastra.
Per un momento lo sguardo si inganna.
Altro bianco. Altro liquido trasparente. Altri profumi
conosciuti, indifferenti, sprecati. Un sacco di cose potrebbero non avere
odore. Non è il loro compito, quello di avere odore. Non serve a niente che ce
l'abbiano.
E' un volto a metà, quello che mi guarda ora dallo specchio.
C'è un rimprovero silenzioso, nella metà senza trucco.
Ci sono le notti lunghe, quelle dove respirare diventa
difficile.
C'è una morsa stretta all'altezza dello sterno e la rabbia
perché basterebbe poco per farla allentare. Per farla scomparire.
Ci sono parole che vengono a caso e colpiscono alla cieca.
E immancabilmente centrano il bersaglio.
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