venerdì 28 febbraio 2014

Still not an exit

E niente, continua il connubio Kesh-Ellis anche per il nuovo video di Loud Like Love. 
Sono abbastanza fiduciosa nella buona riuscita, solo che speravo in qualcosa di un po' più nuovo.
Non so, riciclare l'idea di TMF così a breve distanza mi lascia un po' perplessa.
Ho il sospetto che Brian - da bravo fanboy qual è - ora che è finalmente riuscito ad ottenere la collaborazione di Ellis non abbia più intenzione di lasciarlo andare.
Resta da sperare che non riesca mai a coinvolgere davvero PJ Harvey altrimenti non ce la leviamo più.
Stavo per linkare una mini recensione del video ma è già sparita, o io non la trovo più, quindi vi dovete accontentare degli screenshot che sono riuscita a salvare.
Ovviamente i riferimenti ad American Psycho pare che prosperino. Prima o poi dovrò risolvere i miei problemi con quel libro. Forse. Mah.










mercoledì 26 febbraio 2014

More than meet the eye



Piccola considerazione a margine: il cameramen non ha nessun senso del Molsdal. Sulla fine di LLL acustica si devono inquadrare tutti e due perché Brian, contrariamente a quanto dice, si concentra moooolto sul meet the eye con Stef. 

And I don't want you to adore me


martedì 25 febbraio 2014

It never occurred to me it wasn't the beginning. It was happiness. It was the moment. Right then.




- Tesoro, sei sicura di sentirti bene?

La voce di Rebecca suona leggermente più alta del dovuto, il che mi rivela immediatamente che a) ha capito perfettamente che bene non sto e b) di conseguenza teme di essere morsicata per avermi chiamato “tesoro”, aspetto, questo, di cui normalmente se ne batterebbe pacificamente i coglioni.

- Perché? Ti sembra che non stia bene? - scandisco di rimando tanto per amore di conversazione, cercando di dare alla mia domanda un tono quanto più neutro possibile ma riuscendo soltanto a sembrare ancora più rincoglionita di quello che sono.

Rebecca si limita a fissarmi con uno sguardo severo e io penso che, se adesso mi ricorda che le sbronze non le smaltisco più come quando avevo quindici anni, la sbatto fuori di casa senza neanche farle prendere il cappotto.

Che poi perché Rebecca è a casa mia? Mi chiedo più o meno nello stesso momento in cui realizzo che quello che sto guardando non è il tavolo della mia cucina. E che in mano non ho la mia tazza.

Apro la bocca per chiederle come mai abbia dormito da lei ma mi rendo conto che non ho voglia di sapere la risposta.

La guardo. Mi guarda. Sappiamo più di quanto serva sapere e non c'è bisogno di parlare.

E resta comunque qualcosa che ci sfugge. Che non riusciamo mai ad afferrare del tutto.

Sospeso nel fumo che si alza dalle tazze di caffè e che rimane a mezz'aria tra il piano di legno del tavolo e il lampadario vintage.

Mischiato alla polvere che si arrotola su se stessa nel primo raggio di sole che filtra dalle finestre della cucina.

Riflesso sul pelo lucido di Milady, la gatta dagli occhi scompagnati, come quelli di Bowie.

Qualcosa ci sfugge, anche se per poco. Basterebbe allungare le dita e riusciremmo ad afferrarlo. O forse si sposterebbe. Come il polline che comincia a entrare dalla finestra e che farà venire l'allergia a Becky, trasformando il suo vocabolario già colorito in quello di un portuale incazzato.

Qualcosa ci sfugge.


Ma forse va bene anche così.

lunedì 24 febbraio 2014

Everything is turning grey...

...aka il Molko tenta un approccio al colore e comincia con il grigio, salvo poi rendersi conto che finisce pezzato alla velocità della luce e la sera dopo ripiega precipitosamente sul nero.
Peraltro senza cambiare modello, che, come per le camicie, pare che anche queste maglie le abbia prese in stock.
Ecco, ora ho finito di fare la fan critica e distaccata e posso riprendere a fare aaaaaaawwww.










 
Setlist ridotta, suppongo perché siamo ad un festival, vediamo se domani vengo smentita.
Ovviamente niente teli o tende della doccia, per lo stesso motivo.
Ricompare Bionic ma spariscono Space Monkey, Blind, Exit WoundsA Million Little Pieces, 20 Years, Running Up That Hill e Speak in Tongues e sulle prime due mi dispero discretamente.
Sparice anche Scene of the Crime e sinceramente questa mi lascia un po' perplessa.
Ripeto, spero che tutti questi tagli siano dovuti al contesto e che la setlist di domani o comunque delle gig esclusivamente loro sia di nuovo un po' più corposa.
Il telo invece possono continuare a dimenticarselo, anche se non posso fare a meno di notare che tra i pezzi tagliati c'erano tutti quelli "nascosti". Mah, confidiamo nella saggezza del Molko, come sempre.
Ah, sì, dimenticavo.
Se non ho preso cantonate però questa setlist comincia con Post Blue e quindi la proprietaria ringrazia sentitamente il Molko per il pensiero.
*e corre a nascondersi sghignazzando dopo questa minchiata*

lunedì 17 febbraio 2014

So fuck you anyway


 
 
Sto ridendo come un'idiota.
Potevo anche non dirlo.
Se questo è solo l'inizio della settimana...

mercoledì 5 febbraio 2014

Fuck that! I wanna do my laundry whenever the fuck I wanna do my laundry.

 

Sono troppo tranquilla. Dev'esserci qualcosa che non va.

Sono stranamente quieta, al punto che non mi incazzo neanche quando la collega di turno mi coinvolge nell'ennesima discussione di cui non mi frega assolutamente un cazzo (e che ruota immancabilmente intorno a qualcosa di abbigliamento).

Ho giusto un barlume di fastidio quando sento un commento a proposito di Bob Dylan che è "una roba country" ma poi risprofondo nella mia tranquillità. O apatia. E' ancora da capire.

E poi mi viene il dubbio che questa indifferenza sia una sorta di meccanismo di difesa che scatta quando viene rilevato un picco di fastidio imminente.

In pratica, o mi disinteresso o sparo tutti affanculo.

Perché in effetti, a pensarci bene, sì, qualcosetta che mi dà fastidio c'è.

Mi urta che nessuno intorno a me l'altra mattina, a parte l'unica amica che evidentemente appartiene alla mia stessa specie, abbia fatto neanche un cenno a Philip Seymour Hoffman.

Mi urta che nessuno sapesse neanche di che diavolo si stava parlando, mentre io e l'amica ci esternavamo il reciproco stupore e dispiacere.

Mi urta che per la maggior parte delle persone che mi circondano quello che non si sa è perché non vale la pena saperlo.

Mi urta chi cerca di convincermi che l'ultimo libro di Fabio Volo è davvero cariiiiiinoooo.

Mi dà profondamente fastidio chi lavora tutto il cazzo di giorno con un pc davanti al naso e non sa cos'è Chrome. E alla risposta "è un browser" la situazione, lungi dal risollevarsi, precipita.

Mi dà profondamente fastidio la pigrizia mentale. L'inerzia. La pacifica e soddisfatta accettazione della propria ignoranza.

Mi urta la tipa che, sventolandomi davanti al naso il dvd di Una notte da leoni 3 mi dice con tanto d'occhi sgranati "ma come non l'hai visto?! Proprio tuuuuu...." Sì, darling, proprio io, checcazzo, è esattamente quello il punto.

Mi urta la tizia che "ma come fa ad esser bello Fight Club...è violento!"

Mi danno fastidio le persone che ti si appiccicano improvvisamente e senza motivo. E che pensano pure di essere arrivate a farti un favore.

Mi fa venire l'orticaria la tipa che mi regala il suo nuovo libro (autopubblicato) da leggere, con l'evidente intento di obbligarmi a dirle quanto è brava - hai proprio trovato quella buona, gioia.

Mi rendono idrofoba i consigli non richiesti, le discussioni portate avanti riportando quello che qualcuno ha detto su facebook con relativi commenti, le tipe che io-non-mi-trucco-perché-non-ho-mica-tempo-io.

Mi urtano i titoli dei giornali con la parola shock affiancata a qualsiasi cosa.

Le perturbazioni numerate.

Ah sì. E anche i carciofi cotti.

*risprofonda nel suo stato di quiete*

L'elenco del fastidio è prolungabile a piacere.

Buona giornata fan dei Placebo e non.